Il Tè è la bevanda più bevuta al mondo, dopo l'acqua, e fa parte della vita quotidiana di intere popolazioni, di cui caratterizza usi e costumi.
Il Tè sembra essere
stato introdotto come bevanda in Cina circa settecento o ottocento anni prima
di Cristo, inizialmente raccolto da piante spontanee, e solo verso il seicento
dopo Cristo diventò oggetto di coltivazione specializzata, che si diffuse
dapprima solamente sotto gli imperatori cinesi. In Giappone invece l'uso del Tè
si diffuse a partire dall'ottavo secolo dopo Cristo, ma fu solo verso il 1200
che esso diventò una bevanda assai popolare e la sua coltivazione si estese
rapidamente. Gli Europei invece ne conobbero l'esistenza assai più tardi, nel
diciottesimo secolo per opera dei bastimenti della Compagnia delle Indie
Orientali.
PRODUZIONE E
RACCOLTA: La pianta da cui il Tè deriva, la Camellia sinensis, è una sempreverde, con
piccoli boccioli bianchi che somigliano a roselline, originaria
della Cina, del Tibet e dell'India del Nord.
La maggior parte dei coltivatori utilizza solo tre tra le specie di piante che vengono individuate sulla base della loro provenienza geografica: Cinese Assamica e Cambogiana.
Il tè oggi in commercio, cresce in una cintura che circonda la terra al di sopra dell'Equatore. I giardini migliori sono quelli che si trovano ad altezze inferiori ai1800 metri .
L'altezza e le nebbie montane aiutano la pianta proteggendola contro l'eccessiva esposizione al sole e creando le condizioni ideali di umidità e temperatura per favorire la crescita lenta delle foglie e dei germogli, conservandone la loro tenerezza.
Molti dei più rinomati tè cinesi provengono dalle famose montagne Wuyi nel Fujian, Lushan nello Jiangxi, Emei nello Sichuan eHuangshan nell'Anhui.
La maggior parte dei coltivatori utilizza solo tre tra le specie di piante che vengono individuate sulla base della loro provenienza geografica: Cinese Assamica e Cambogiana.
Il tè oggi in commercio, cresce in una cintura che circonda la terra al di sopra dell'Equatore. I giardini migliori sono quelli che si trovano ad altezze inferiori ai
L'altezza e le nebbie montane aiutano la pianta proteggendola contro l'eccessiva esposizione al sole e creando le condizioni ideali di umidità e temperatura per favorire la crescita lenta delle foglie e dei germogli, conservandone la loro tenerezza.
Molti dei più rinomati tè cinesi provengono dalle famose montagne Wuyi nel Fujian, Lushan nello Jiangxi, Emei nello Sichuan eHuangshan nell'Anhui.
Le piante di
tè sono prodotte da semi della grandezza di una nocciola, raccolti in ottobre e
tenuti tutto l'inverno in una mistura di sabbia e terra.
In Primavera vengono piantati in una nursery area o direttamente nel terreno alla profondità di circa1 metro . Dopo la prima fase
di sviluppo, le piantine vengono potate ogni settimana per evitare una crescita
eccessiva.
La raccolta inizia al terzo anno nei giardini a bassa quota e al quinto in quelli di alta quota e la vita produttiva va dai 30 ai 40 anni ma alcune piante, generalmente selvatiche, hanno una vita produttiva superiore ai cento anni.
Le piante possono essere prodotte anche con il sistema della margotta, cioè con il trapianto di rami radicati. Fino al 1960 si procedeva per clonazione partendo dal taglio dalla foglia piuttosto che dal ramo.
La maggior parte delle piante di tè ha un periodo di rigoglio o di crescita e una fase di quiescenza. Le foglie sono raccolte quando i giovani getti o germogli stanno venendo fuori. Nei climi più caldi le piante germogliano più frequentemente nel corso dell'anno e la raccolta può avvenire tutto l'anno. Ad alta quota c'è una diversa stagione di raccolta.
In molte parti della Cina la stagione dei raccolti inizia ad Aprile e si conclude ad Ottobre. La raccolta è stagionale anche nel Nord dell'India e in Giappone.
Le parti scelte per la raccolta fine sono le ultime 2 foglie e la gemma apicale, per la preparazione di tè corrente si raccolgono anche le quarta e la quinta foglia. Esse vengono staccate con le unghie e con un movimento verso il basso delle dita.
In Primavera vengono piantati in una nursery area o direttamente nel terreno alla profondità di circa
La raccolta inizia al terzo anno nei giardini a bassa quota e al quinto in quelli di alta quota e la vita produttiva va dai 30 ai 40 anni ma alcune piante, generalmente selvatiche, hanno una vita produttiva superiore ai cento anni.
Le piante possono essere prodotte anche con il sistema della margotta, cioè con il trapianto di rami radicati. Fino al 1960 si procedeva per clonazione partendo dal taglio dalla foglia piuttosto che dal ramo.
La maggior parte delle piante di tè ha un periodo di rigoglio o di crescita e una fase di quiescenza. Le foglie sono raccolte quando i giovani getti o germogli stanno venendo fuori. Nei climi più caldi le piante germogliano più frequentemente nel corso dell'anno e la raccolta può avvenire tutto l'anno. Ad alta quota c'è una diversa stagione di raccolta.
In molte parti della Cina la stagione dei raccolti inizia ad Aprile e si conclude ad Ottobre. La raccolta è stagionale anche nel Nord dell'India e in Giappone.
Le parti scelte per la raccolta fine sono le ultime 2 foglie e la gemma apicale, per la preparazione di tè corrente si raccolgono anche le quarta e la quinta foglia. Esse vengono staccate con le unghie e con un movimento verso il basso delle dita.
Quando le
piante da tè crescono senza cure possono raggiungere anche i 10 metri ed è per
mantenerle ad un'altezza utile alla raccolta che i piantatori le potano a 60 o 90 cm ,possiede innumerevoli
proprietà salutari, che vengono esaltate in modo diverso a seconda della
regione in cui cresce, al suolo e alle condizioni climatiche,
al periodo o al tipo di raccolta e del metodo di lavorazione cui
viene sottoposto. Il Tè è una bevanda con una grande storia e, in questo mondo
in continua evoluzione, sta diventando sempre più popolare con il suo potere
calmante e stimolante insieme.
Attraverso un processo lungo e affascinante, infatti, le foglie del Tè diventano una bevanda che, mentre rigenera il corpo, fa riposare la mente che percepisce quanto sia importante godere di piccoli momenti di silenzio e di meditazione, da soli o in compagnia di una persona cara che condivida le nostre sensazioni.
Se in oriente il Tè accompagna da sempre ogni momento della giornata e viene bevuto ovunque, in occidente si è soliti associare a questa bevanda l'idea di uno spazio speciale all'interno della giornata, per estraniarsi almeno per un po' dal rumore e dallo stress quotidiani. Il primo paese a importare il Tè in Occidente e a diffonderne l'uso fu l'Inghilterra che, istituendo il famoso "Tea time" o "Tè delle cinque", rivelò come il Tè sia innanzi tutto un rito. Il "rito del Tè", del quale sono maestri i Giapponesi, è un invito a volersi bene, a stare bene nel corpo e nello spirito.
Da iniziale appannaggio degli aristocratici, il Tè divenne nell'Ottocento sempre più diffuso in tutte le classi sociali, non solo in Inghilterra, ma anche in Francia, in Germania e in Russia, per poi diffondersi in tutta Europa. Il Tè oggi proviene sia dai paesi più tradizionalmente noti per la sua coltivazione, comela Cina ,
l'India, il Giappone, sia da altri più particolari come il Kenia, la Turchia o il Nepal.
Esistono numerosi tipi di Tè, come i Tè neri, i Tè verdi, i semifermentati e postfermentati, i bianchi, i Tè scented e i pressati, che si distinguono per la lavorazione alla quale la materia prima (che è sempre, non dimentichiamolo,la Camellia sinensis) viene
sottoposta, e che conferisce ai vari tipi caratteristiche peculiari di
composizione, sapore, aroma e anche proprietà salutari.
I Tè neri sono quelli più diffusi e conosciuti in Occidente: per ottenere un Tè nero le foglie devono subire un processo di fermentazione, che avviene dopo l'essiccazione in apposite stanze, in un clima caldo-umido che facilita alcuni processi biochimici all'interno delle foglie stesse, che si caricano di aromi e assumono il tipico colore scuro che dà loro il nome. Dopo la fermentazione esse vengono ancora essiccate ed eventualmente aromatizzate. I Tè neri sono alquanto profumati e dal sapore robusto, ottimi caldi, ma anche freddi con limone ed eventualmente qualche fogliolina di menta e ghiaccio, d'estate come ottima bevanda dissetante e corroborante.
Il maggior produttore di Tè neri del mondo è l'India, specialmente nelle due regioni Darjeeling e Assam: la prima si trova alle pendici dell'Himalaya e i suoi giardini producono Tè di alta qualità, conosciuti come lo "Champagne" dei Tè, ricercati dagli intenditori per le diverse caratteristiche dei raccolti. La regione dell'Assam è la più estesa e selvaggia zona di coltivazione al mondo; si trova sulle rive del fiume Brahmaputra e produce Tè maltati di grande forza. Tantissime sono le varietà di Tè neri indiani; fra i più noti agli Occidentali ricordiamo i vari Tè Darjeeling, gli Assam, i Nilgiri, i Terai. Merita sicuramente una menzione ben più approfondita la zona di produzione del Darjeeling una delle aree di produzione più prestigiose del mondo
Nel Darjeeling sono attivi 86 giardini, per complessivi19.000 ettari , che
producono ben 10 milioni di kg. all'anno di tè. Ognuno di questi giardini
produce un tè dal gusto differente. Si realizzano ben quattro raccolte: la
prima in primavera (First Flush) da un tè giovane dal gusto pungente e
straordinariamente fresco, le foglie sono dorate e l'infuso è chiaro e
profumato. Con le foglie della raccolta d'Estate (Second Flush) si produce un
infuso ambrato, dal caratteristico gusto moscato tipico del Darjeeling maturo,
ideale per tutti i momenti della giornata e che si accompagna bene con la
pasticceria da tè e le marmellate di frutti. In Autunno si procede all'ultima
raccolta che da foglie più larghe e infusi dal gusto meno accentuato e più
consistenti dei precedenti: ideali per il mattino e per il pomeriggio.
Tra l'estate e l'autunno c'è la raccolta intermedia (chiamata In between), da cui si ricavano infusi che ricordano ancora nel gusto e nell'aroma quelli prodotti con foglie della raccolta estiva, ma che preannunciano il sapore tipico di quelli autunnali.
Attraverso un processo lungo e affascinante, infatti, le foglie del Tè diventano una bevanda che, mentre rigenera il corpo, fa riposare la mente che percepisce quanto sia importante godere di piccoli momenti di silenzio e di meditazione, da soli o in compagnia di una persona cara che condivida le nostre sensazioni.
Se in oriente il Tè accompagna da sempre ogni momento della giornata e viene bevuto ovunque, in occidente si è soliti associare a questa bevanda l'idea di uno spazio speciale all'interno della giornata, per estraniarsi almeno per un po' dal rumore e dallo stress quotidiani. Il primo paese a importare il Tè in Occidente e a diffonderne l'uso fu l'Inghilterra che, istituendo il famoso "Tea time" o "Tè delle cinque", rivelò come il Tè sia innanzi tutto un rito. Il "rito del Tè", del quale sono maestri i Giapponesi, è un invito a volersi bene, a stare bene nel corpo e nello spirito.
Da iniziale appannaggio degli aristocratici, il Tè divenne nell'Ottocento sempre più diffuso in tutte le classi sociali, non solo in Inghilterra, ma anche in Francia, in Germania e in Russia, per poi diffondersi in tutta Europa. Il Tè oggi proviene sia dai paesi più tradizionalmente noti per la sua coltivazione, come
Esistono numerosi tipi di Tè, come i Tè neri, i Tè verdi, i semifermentati e postfermentati, i bianchi, i Tè scented e i pressati, che si distinguono per la lavorazione alla quale la materia prima (che è sempre, non dimentichiamolo,
I Tè neri sono quelli più diffusi e conosciuti in Occidente: per ottenere un Tè nero le foglie devono subire un processo di fermentazione, che avviene dopo l'essiccazione in apposite stanze, in un clima caldo-umido che facilita alcuni processi biochimici all'interno delle foglie stesse, che si caricano di aromi e assumono il tipico colore scuro che dà loro il nome. Dopo la fermentazione esse vengono ancora essiccate ed eventualmente aromatizzate. I Tè neri sono alquanto profumati e dal sapore robusto, ottimi caldi, ma anche freddi con limone ed eventualmente qualche fogliolina di menta e ghiaccio, d'estate come ottima bevanda dissetante e corroborante.
Il maggior produttore di Tè neri del mondo è l'India, specialmente nelle due regioni Darjeeling e Assam: la prima si trova alle pendici dell'Himalaya e i suoi giardini producono Tè di alta qualità, conosciuti come lo "Champagne" dei Tè, ricercati dagli intenditori per le diverse caratteristiche dei raccolti. La regione dell'Assam è la più estesa e selvaggia zona di coltivazione al mondo; si trova sulle rive del fiume Brahmaputra e produce Tè maltati di grande forza. Tantissime sono le varietà di Tè neri indiani; fra i più noti agli Occidentali ricordiamo i vari Tè Darjeeling, gli Assam, i Nilgiri, i Terai. Merita sicuramente una menzione ben più approfondita la zona di produzione del Darjeeling una delle aree di produzione più prestigiose del mondo
Nel Darjeeling sono attivi 86 giardini, per complessivi
Tra l'estate e l'autunno c'è la raccolta intermedia (chiamata In between), da cui si ricavano infusi che ricordano ancora nel gusto e nell'aroma quelli prodotti con foglie della raccolta estiva, ma che preannunciano il sapore tipico di quelli autunnali.
L'isola di Sri
Lanka, un tempo chiamata Ceylon, è la terza produttrice di Tè al mondo. Le
coltivazioni di Tè ebbero inizio attorno al 1870, a causa di una
malattia che distrusse le colture di Caffè, allora prevalenti. I migliori
raccolti si hanno nella zona montuosa di Nuwara Eliya, ricca di fiumi e
cascate, dove si producono Tè neri molto profumati e corposi, noti in tutto il
mondo, come gli Orange Pekoe, dall'aroma fresco e dal gusto forte e deciso,
considerato un "classico".
Ma la maggior produttrice di Tè al mondo è senz'altrola Cina , culla millenaria di
questa bevanda e patria dei "diecimila Tè": verdi, neri,
semifermentati, Pu erh, scented, pressati e bianchi sono le categorie
principali, prodotte principalmente in Yunnan, Fujian, Anhui, Zhejiang, Hunan e
Hubei. I Tè neri più conosciuti sono il China black e lo Yunnan, mentre fra i
tè semifermentati spiccano gli Oolong, dal gusto aromatico, pieno e deciso.
Ma la maggior produttrice di Tè al mondo è senz'altro
Le piantagioni di tè si trovano principalmente nelle province del sud e nelle regioni centrali. Per lungo tempo esse sono state gestite da cooperative statali controllate da uffici regionali centrali, che erano incaricati di controllare e commercializzare la produzione di tutta la regione. Oggi, a seguito delle riforme introdotte nel paese, sono sorte numerose società private che si occupano di distribuire e commercializzare il tè e si pongono spesso come intermediari tra i produttori e gli importatori.
I tè cinesi non sono proposti per giardino, ma si distinguono per varietà che rispondono a standard di qualità ben definiti: e quindi non troverete il Lung Ching del tal giardino, ma semplicemente Lung Ching, magari accompagnato da indicazioni relative alla zona specifica di provenienza o al periodo della raccolta.
Le regioni
cinesi che producono tè godono di un clima umido con pioggie costanti e ben
distribuite nel corso dell'anno. Molte piantagioni si trovano in zone ricoperte
in permanenza da nebbia che garantiscono una buona umidità alle foglie del tè,
il che è molto importante soprattutto per i tè verdi.
La raccolta migliore, sia in termini quantitativi che qualitativi, viene effettuata dalla metà di Aprile alla metà di Maggio.
La raccolta migliore, sia in termini quantitativi che qualitativi, viene effettuata dalla metà di Aprile alla metà di Maggio.
Sichuan
(Szechwan)
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese posta tra il Tibet, lo Yunnan e il
Kweichow.
Costituita da un bacino circondato da massicci e catene montuose, delimitata a Ovest e a sud dal corso dello Yangtze Kiang.
La sua economia è prevalentemente agricola e tra i tè prodotti, raramente commercializzati in Europa, ricordiamo soprattutto il Mengding Gan Lu che si riteneva avere strepitose caratteristiche benefiche, tra cui quella di essere un elisir di lunga vita, tant'è che è conosciuto anche come Xian Cha cioè il tè degli immortali.
Costituita da un bacino circondato da massicci e catene montuose, delimitata a Ovest e a sud dal corso dello Yangtze Kiang.
La sua economia è prevalentemente agricola e tra i tè prodotti, raramente commercializzati in Europa, ricordiamo soprattutto il Mengding Gan Lu che si riteneva avere strepitose caratteristiche benefiche, tra cui quella di essere un elisir di lunga vita, tant'è che è conosciuto anche come Xian Cha cioè il tè degli immortali.
Yunnan
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese al confine con il Vietnam, il Laos e la Birmania.
A prevalenza montuosa è attraversata dai fiumi Selween, Mekong e Yangtze.
Produce certamente tra i migliori tè della Cina.
Proviene dallo Yunnan anche il Pue'rh, tè soggetto a un particolare processo di fermentazione, dall'aroma e dal gusto molto particolare e dalle spiccate proprietà digestive.
A prevalenza montuosa è attraversata dai fiumi Selween, Mekong e Yangtze.
Produce certamente tra i migliori tè della Cina.
Proviene dallo Yunnan anche il Pue'rh, tè soggetto a un particolare processo di fermentazione, dall'aroma e dal gusto molto particolare e dalle spiccate proprietà digestive.
Guangxi Zhuang
(Kwangsi Chuang)
Regione
autonoma della Cina al confine con il Vietnam.
Il territorio prevalentemente collinoso è tagliato dal fiume Sikiang.
Il territorio prevalentemente collinoso è tagliato dal fiume Sikiang.
Tra i tè
prodotti in questa zona il Ling Yun Baihao.
Guangdong
(Kwangtung)
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese, si affaccia sul Mar Cinese meridionale e
il suo territorio è costituito da una pianura, attraversata dai fiumi Sikiang,
Hangchiang, Peh Kiang e Tung Kiang, e racchiusa da gruppi di colline. Lungo la
costa si trovano Macao e Hong Kong.
Tra i tè migliori prodotti in questa provincia il Gulao e il Liuxi. Quest'ultimo è famoso perché particolarmente indicato per chi a problemi di digestione. E il nero Hainan prodotto sull'omonima isola.
Tra i tè migliori prodotti in questa provincia il Gulao e il Liuxi. Quest'ultimo è famoso perché particolarmente indicato per chi a problemi di digestione. E il nero Hainan prodotto sull'omonima isola.
Da segnalare
anche uno dei tè semifermentati più famosi di sempre cioè il Fenghuang Dancong.
Questo tè può vantare una storia quasi millenaria ed è caratterizzato da un'aroma e un gusto di pesca o albicocca appena tagliata, lungo e resistente.
Questo tè può vantare una storia quasi millenaria ed è caratterizzato da un'aroma e un gusto di pesca o albicocca appena tagliata, lungo e resistente.
Fujian
(Fukien)
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese sullo Stretto di Formosa. Ha territorio
prevalentemente montuoso e le uniche pianure sono nelle valli dei fiumi e
presso la zona costiera.
E' famosa per la produzione di tè semifermentati e dei costosi tè bianchi, nonché del celebre Lapsang Souchong: tè nero a foglia larga che viene sottoposto ad un lento processo di affumicatura.
Dal Fujian sono partite le popolazione che hanno poi colonizzato Taiwan e importato sull'isola il metodo cinese per la preparazione dei tè Oolong.
E' famosa per la produzione di tè semifermentati e dei costosi tè bianchi, nonché del celebre Lapsang Souchong: tè nero a foglia larga che viene sottoposto ad un lento processo di affumicatura.
Dal Fujian sono partite le popolazione che hanno poi colonizzato Taiwan e importato sull'isola il metodo cinese per la preparazione dei tè Oolong.
Da quest'area
proviene anche il celebre Yin Zhen, il principe dei tè bianchi di cui esiste
anche una variante verde (individuata dal termine LU).
Zhejiang
(Chekiang)
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese sul Mar Cinese Orientale, lo Zhejiang o
Chekiang è sicuramente una delle grandi regioni produttrici di tè.
Sono originari di questa provincia il Lung Ching e il Dong Yang Dong Bai: due tra i migliori e più rinomati tè verdi cinesi; e poi ilGunpowder e l'Hyson e il Chun Mee.
Sono originari di questa provincia il Lung Ching e il Dong Yang Dong Bai: due tra i migliori e più rinomati tè verdi cinesi; e poi ilGunpowder e l'Hyson e il Chun Mee.
Jiangsu
(Kiangsu)
Provincia
orientale della Repubblica Popolare Cinese dal territorio in prevalenza
pianeggiante, con zone collinari a Sud e affaciato sul Mar Giallo a Est.
Comprende la municipalità autonoma di Shanghai.
Vi si produce uno dei migliori tè verdi cinesi il Pi Lo Chun, cioè Verde spirale di Giada. Nella provincia è situata anche la celeberrima città di Yixing famosa per la sua produzione di teiere di terracotta scura.
Vi si produce uno dei migliori tè verdi cinesi il Pi Lo Chun, cioè Verde spirale di Giada. Nella provincia è situata anche la celeberrima città di Yixing famosa per la sua produzione di teiere di terracotta scura.
Anhui (Anhwei)
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese lungo il basso Yang Tze Kiang.
Produce degli ottimi tè verdi, tra cui i principali sono il Taiping Houkoui, famoso per il suo naturale profumo d'orchidea, e ilLu'an Guapian dalle foglie piegate a forma di semi di melone.
Nel Sud di Anhui, nella contea di Qimen, si produce il Keemun che è certamente uno dei tè neri cinesi più apprezzato nel mondo: foglie nere e fitte e un infuso dall'aroma intenso e dal gusto delicato.
Il keemun, o qihong in cinese, è un tè gonfu o congou termine che indica i tè prodotti con un metodo controllato per preservare l'integrità della foglia.
Produce degli ottimi tè verdi, tra cui i principali sono il Taiping Houkoui, famoso per il suo naturale profumo d'orchidea, e ilLu'an Guapian dalle foglie piegate a forma di semi di melone.
Nel Sud di Anhui, nella contea di Qimen, si produce il Keemun che è certamente uno dei tè neri cinesi più apprezzato nel mondo: foglie nere e fitte e un infuso dall'aroma intenso e dal gusto delicato.
Il keemun, o qihong in cinese, è un tè gonfu o congou termine che indica i tè prodotti con un metodo controllato per preservare l'integrità della foglia.
Hubei (Hupeh)
Provincia
della Repubblica Popolare Cinese attraversata dal medio corso dello
Yangtze Kiang e dall'Han Kiang, ha territorio pianeggiante e collinoso.
Buona produzione di tè verde soprattutto nell'area di Xia Zhou che si trova nei dintorni dei monti Tai Ping Xi, dove si produce dal 1979 il Xia Zhou Bi Feng
Buona produzione di tè verde soprattutto nell'area di Xia Zhou che si trova nei dintorni dei monti Tai Ping Xi, dove si produce dal 1979 il Xia Zhou Bi Feng
I Tè
semifermentati vengono chiamati così perché subiscono solo parzialmente la
fermentazione cui abbiamo accennato prima, in quanto il processo di ossidazione
non viene portato a termine; essi si bevono senza aggiunta di latte e, per il
loro basso contenuto di teina, possono essere bevuti anche la sera. Fanno parte
di questa categoria i TE' OOLONG.
E' il nome con
cui e' piu' conosciuto, non e' te' nero e nemmeno te' verde ma una via di
mezzo. Subisce una parziale fermentazione e si presenta con foglie di colore
verdastro (fermentazione breve) o con tendenza al rosso/bruno (fermentazione
media). Il gusto e' intenso e molto aromatico con aroma che ricorda alcuni
legni e frutti secchi e sottobosco. I
piu' conosciuti: Formosa Oolong (Taiwan), Ti Kwan Yin (Cina). A Taiwan si
producono soprattutto tè semifermentati (Oolong):
con il metodo cinese (a bassa percentuale di ossidazione)
con il metodo di Taiwan (che prevede una fermentazione più lunga).
I migliori oolong di Taiwan sono il Tung Ting e l'Oriental Beauty(BaiHao Oolong) e i tè Bao Zhong.
Ci sono poi i Tè postfermentati, o Pu-erh, specialità che viene chiamata anche "Tè rosso", per il colore del suo infuso. Il Tè postfermentato viene prima essiccato, poi messo a maturare in luoghi molto umidi, spesso in cave, cosa che gli conferisce un aroma particolare, dove possono restare anche venti anni! Il Pu-erh ha un gusto corposo e un aroma leggermente profumato, adatto alla prima colazione. E un te' che viene prodotto con una metodologia molto particolare a doppia fermentazione (microbica ed enzimatica) con proprieta' salutistiche (ottimo depurativo). In tazza si presenta di color rosso scuro. Il piu' conosciuto: China Pu-erh (Cina).
con il metodo cinese (a bassa percentuale di ossidazione)
con il metodo di Taiwan (che prevede una fermentazione più lunga).
I migliori oolong di Taiwan sono il Tung Ting e l'Oriental Beauty(BaiHao Oolong) e i tè Bao Zhong.
Ci sono poi i Tè postfermentati, o Pu-erh, specialità che viene chiamata anche "Tè rosso", per il colore del suo infuso. Il Tè postfermentato viene prima essiccato, poi messo a maturare in luoghi molto umidi, spesso in cave, cosa che gli conferisce un aroma particolare, dove possono restare anche venti anni! Il Pu-erh ha un gusto corposo e un aroma leggermente profumato, adatto alla prima colazione. E un te' che viene prodotto con una metodologia molto particolare a doppia fermentazione (microbica ed enzimatica) con proprieta' salutistiche (ottimo depurativo). In tazza si presenta di color rosso scuro. Il piu' conosciuto: China Pu-erh (Cina).
I Tè verdi
costituiscono un altro grande gruppo di Tè, molto usati in Cina e Giappone, ma
oggi apprezzati anche in Europa perché sono state di recente messe in evidenza
le loro notevoli proprietà antiossidanti e antinvecchiamento. I Tè
verdi sono detti anche "Tè non fermentati", poiché le foglioline
vengono sottoposte, dopo l'essiccazione, ad un trattamento termico che ne
blocca il processo di fermentazione. In questo modo vengono inattivati gli
enzimi che ne provocherebbero la fermentazione, così le foglie mantengono il
loro colore verde e vengono anche preservate le proprietà terapeutiche delle
numerose sostanze polifenoliche, che sono potenti antiossidanti.
Il Tè verde quindi, oltre a essere una bevanda energetica e corroborante, aiuta a mantenersi in buona salute e se ne possono bere fino a quattro tazze al giorno. Anche i Tè verdi annoverano tantissime varietà; ne ricordiamo solo alcune come il Gunpowder, il Bancha, l'Hojicha, il Kukicha, Chun Mee, Lung Ching, Pi Lo Chun, Taiping Hokui (Cina), Bancha, Sencha, Gyokuro, Matcha (Giappone). Il Gunpowder, il Tè verde più bevuto nel mondo, molto usato anche per le diete, ha foglia arrotolata verde chiaro e un sapore amarognolo, fresco e pungente. Il Tè Bancha, l'Hojicha e il Kukicha hanno sapore leggero con retrogusto di nocciola e hanno un bassissimo contenuto naturale di teina. Il Te' verde non subisce il processo di fermentazione ma una particolare lavorazione, che non permette l' ossidazione delle foglie, lasciando loro il colore naturale. Molto ricco in principi attivi. Il colore in tazza si presenta tra il verde e il giallino. Il sapore si presenta erbaceo, in maniera piu' o meno accentuata secondo il tipo di te'. In Giappone viene prodotto quasi esclusivamente Tè verde, la cui ossidazione viene inibita col metodo a vapore, procedimento che dà ai Tè giapponesi un gusto inconfondibile che ne fa un prodotto molto richiesto in Europa. La varietà più pregiata, tra quelle coltivate in Giappone, si chiama Gyokuro ed è coltivata nel dipartimento di Uji, la stessa provincia dove venne avviata la coltivazione nel XIII secolo. Prodotto con le foglie raccolte in piantagioni selezionate e una sola volta nel corso dell'anno, la caratteristica di questo tè è dovuta alla ricchezza di clorofilla delle foglie che viene favorita dalla copertura delle piante nel periodo precedente al raccolto che filtra circa il 90% dei raggi solari.
Il Tè verde quindi, oltre a essere una bevanda energetica e corroborante, aiuta a mantenersi in buona salute e se ne possono bere fino a quattro tazze al giorno. Anche i Tè verdi annoverano tantissime varietà; ne ricordiamo solo alcune come il Gunpowder, il Bancha, l'Hojicha, il Kukicha, Chun Mee, Lung Ching, Pi Lo Chun, Taiping Hokui (Cina), Bancha, Sencha, Gyokuro, Matcha (Giappone). Il Gunpowder, il Tè verde più bevuto nel mondo, molto usato anche per le diete, ha foglia arrotolata verde chiaro e un sapore amarognolo, fresco e pungente. Il Tè Bancha, l'Hojicha e il Kukicha hanno sapore leggero con retrogusto di nocciola e hanno un bassissimo contenuto naturale di teina. Il Te' verde non subisce il processo di fermentazione ma una particolare lavorazione, che non permette l' ossidazione delle foglie, lasciando loro il colore naturale. Molto ricco in principi attivi. Il colore in tazza si presenta tra il verde e il giallino. Il sapore si presenta erbaceo, in maniera piu' o meno accentuata secondo il tipo di te'. In Giappone viene prodotto quasi esclusivamente Tè verde, la cui ossidazione viene inibita col metodo a vapore, procedimento che dà ai Tè giapponesi un gusto inconfondibile che ne fa un prodotto molto richiesto in Europa. La varietà più pregiata, tra quelle coltivate in Giappone, si chiama Gyokuro ed è coltivata nel dipartimento di Uji, la stessa provincia dove venne avviata la coltivazione nel XIII secolo. Prodotto con le foglie raccolte in piantagioni selezionate e una sola volta nel corso dell'anno, la caratteristica di questo tè è dovuta alla ricchezza di clorofilla delle foglie che viene favorita dalla copertura delle piante nel periodo precedente al raccolto che filtra circa il 90% dei raggi solari.
Altro tè
importante è il Matcha, il tè in polvere che si usa
nel Cha-no-yu, la cerimonia del tè e che è prodotto con le
foglie del Gyokuro ridotte in polvere finissima con mole di pietra. Viene
preparato battendolo in una ciotola larga e con poca acqua calda creando
proprio quella "schiuma di giada" che da il nome al tè.
Il Sencha è
uno dei tè più diffusi e consumati, alcune varietà sono molto pregiate e
costose perché prodotte con le foglie migliori e più tenere delle piante
torrefatte a vapore e poi lavorate fino a somigliare a piccoli aghi.
Il Bancha è
prodotto le foglie più grosse e dure della pianta a cui sono aggiunti spesso
anche i rametti, costituisce la maggior parte della produzione giapponese ed
consumato al naturale, o tostato e venduto con il nome di Hojicha (o
Houjicha), trovandosi facilmente anche in Italia nei supermercati, negozi di
alimentari o farmacie.
I Tè bianchi
si ottengono cogliendo solo i germogli non ancora schiusi, che sono ricoperti
di una leggera peluria che li rende argentei e questo ha ispirato il loro nome.
Essi vengono prodotti in quantità minime ed esclusivamente in Cina, non
subiscono alcuna trasformazione, ma vengono semplicemente fatti appassire e
quindi essiccati. Se ne ricava un infuso giallo paglierino molto pallido, dal
sapore delicato e retrogusto persistente, come il Silvery Pekoe, Tè bianco
primaverile, pregiatissimo ed estremamente raro. La produzione è molto ridotta
perche' effettuata nel solo periodo primaverile e la raccolta selezionata. Per
alcuni di essi (Yin Zhen) il raccolto in un anno ha una durata di soli 5-6
giorni e consiste nella sola selezione manuale della prima gemma di ogni ramo.
Conserva totalmente aroma e sostanze attive naturalmente presenti. I te'
bianchi in tazza presentano una infusione molto chiara dal gusto delicato e
dolce, a volte mielato. Nel caso dello Yin Zhen e' tale la delicatezza che puo'
succedere addirittura che un palato non abituato al te' non percepisca il
gusto, rimanendone deluso. I piu' conosciuti: Pai Mu Tan, “peonia bianca”,
originario del Fujian, raro tè prodotto con foglie e germogli piccolissimi
raccolti all’inizio della primavera. Dà un infuso limpido, dall’aroma fresco,
vellutato e fiorito. Yin Zhen (Cina) Silver Needle, White Peony, Gong Mei, Shou
Mei le altre qualità.
I Tè scented (profumati) sono Tè neri o bianchi aromatizzati con altre piante aromatiche, come i fiori di Gelsomino, i petali di Rose, le Orchidee, il frutto del Litchi, i fiori di Magnolia o di Osmanto odoroso, le foglie di Menta, ma anche la Cannella,
Il Tè pressato è una delle più antiche specialità cinesi e viene ottenuto pressando le foglioline a forma di piccolo nido, e può essere ottenuto dai vari tipi di Tè che abbiamo descritto.
Ma oltre ai Tè propriamente detti, spesso si suole chiamare con questo nome anche altre bevande ottenute dall'infusione di piante diverse dalla Camellia sinensis, come ad esempio il cosiddetto Tè Rooibos, o Tè rosso africano poiché la pianta è originaria del Sudafrica. Il Tè Rooibos proviene dalla lavorazione delle foglie di Aspalathus linearis, della famiglia delle leguminose, e viene usato il suo infuso di colore ambrato, dal sapore gradevole e leggermente astringente, come alternativa al normale Tè; possiede un basso contenuto di caffeina, di tannini ed acido ossalico e gli indigeni lo utilizzavano anche per l'alimentazione dei bambini. L'infuso di Rooibos può essere bevuto puro, anche senza dolcificanti poiché il suo gusto è gradevole, ma soprattutto ha proprietà antiossidanti per l'elevato contenuto di Polifenoli.
C'è poi un altro gruppo di infusioni di fiori e frutti, chiamati Tè alla frutta, che possono sostituire il normale Tè, sono molto gradevoli e vari, come l'infuso ai Frutti di bosco, che può contenere diverse piante come ad esempio fiori di Ibisco (Karkadè), Uva passa, bacche di Sambuco, Mirtillo, Ribes nero e aromi, dal gusto molto profumato e piacevole, valida alternativa al classico Tè.
La diffusione del tè è universale, ma in
nessun altro luogo al mondo questa bevanda ha fornito un apporto così
sostanziale alla cultura come in Giappone, dove l'atto di preparare e bere il
tè (la cerimonia del tè, appunto, o cha no yu, che alla lettera significa
semplicemente "acqua calda e tè") ha acquisito un alto significato
estetico, artistico e filosofico.
Essa non è un semplice passatempo per conversare di frivoli pettegolezzi o un modo raffinato di dissetarsi. Esprime piuttosto una filosofia di vita. Gli ospiti che intervengono alla cerimonia devono trovare in essa un'oasi di pace e di tranquillità dalle ansie del mondo, dove la mente possa aprirsi a una serena riflessione o meditazione. La cerimonia del tè incarna la ricerca della bellezza del popolo giapponese, la cui raffinatezza si esprime tramite la semplicità e la povertà delle cose. Una tazza di tè per soddisfare l'umano bisogno di serenità.
Le varie scuole differiscono le une dalle altre per i dettagli e le regole, ma mantengono intatta l'essenza della cerimonia che il grande maestro Sen no Soeki detto Rikyu (1522-91) aveva istituito. Quest'essenza è arrivata fino a noi incontestata e il rispetto per il fondatore è uno degli elementi che tutte le scuole hanno in comune.
Egli ha raccolto i principi fondamentali (o virtù) della cerimonia del tè in quattro semplici parole:
1) wa, armonia tra le persone e con la natura, armonia degli utensili e la maniera in cui essi vengono usati;
2) kei, rispetto verso tutte le cose e sincera gratitudine per la loro esistenza;
3) sei, purezza interiore, ma anche nitore e pulizia delle cose che ci circondano;
4) jaku, tranquillità e pace della mente, conseguente alla realizzazione dei primi tre principi.
La base della filosofia della cerimonia del tè è quindi l'armonia con la natura. La cerimonia si svolge solitamente in piccole costruzioni in legno che sorgono all'interno di meravigliosi giardini di aspetto totalmente naturale, con piante fresche, acque e rocce. Gli utensili, le tazze sono in materiale naturale e variano durante i diversi mesi dell'anno per essere sempre in accordo con la stagione.
La cerimonia è caratterizzata da un'estrema semplicità: la casa del tè è quasi spoglia nella sua totale mancanza di arredi e nel suo rigore. Gli utensili, solitamente poco decorati, hanno forme estremamente semplici e funzionali, in linea con il gusto dei giapponesi, che ammirano più il garbato riserbo della vistosa ostentazione. Tutto è semplice, umile, frugale.
La casa del tè è solitamente costruita in legno, bambù e paglia, con finestre e porte costituite da pannelli scorrevoli in legno e carta di riso; il pavimento è ricoperto da tatami, le stuoie in paglia sono quelle delle tipiche abitazioni tradizionali.
Un vero e proprio rituale guida non solo l'abile tecnica del maestro di cerimonia, che ha studiato per anni e anni, ma anche i gesti degli ospiti intervenuti, che sorbiranno il loro tè seguendo precise regole.
La cerimonia del tè fu anche una rivoluzione della cucina giapponese, con la creazione dello stile kaiseki. Fu Rikyu a chiedere un nuovo e leggero stile di cucina che si armonizzasse con il suo rituale.
Essendoci diverse scuole, vi sono vari modi di celebrare la cerimonia del tè, ma tutti condividono gli stessi elementi essenziali.
La casa del tè (sukiya) comprende una sala per il tè (chashitsu) e una stanza per la preparazione (mizuya), una sala d'attesa (yoritsuki) e un sentiero (roji) che, attraverso il giardino, porta fino all'ingresso della casa del tè. La casa è generalmente situata in un angolo del giardino particolarmente boscoso.
I principali utensili, generalmente dei veri e propri oggetti d'arte, sono la ciotola per il tè (chawan), il contenitore del tè (chaire), il frullino di bambù (chasen) e il mestolo di bambù (chashaku).
Sono da preferire abiti con colori discreti. Nelle occasioni di grande solennità, gli uomini portano un kimono decorato con lo stemma familiare e le bianche calze tradizionali giapponesi (tabi). Le donne indossano lo stesso abbigliamento. Gli invitati devono portare con sé un piccolo ventaglio pieghevole e un pacchetto di fazzolettini di carta (kaishi).
La cerimonia del tè comprende di solito una prima parte nel corso della quale viene servito un pasto leggero di sette portate (kaiseki), un breve intervallo, il nakadachi, il goza iri che è la parte principale della cerimonia e durante la quale viene servito un tè denso (koicha), e l'usucha durante il quale viene servito un tè meno denso del precedente. Tutta la cerimonia completa dura circa quattro ore; spesso, tuttavia si svolge soltanto l'usucha, il quale richiede al massimo un'ora.
Gli invitati, di solito in numero di cinque, si riuniscono nella sala d'attesa. L'ospite li raggiunge e li conduce per un sentiero attraverso il giardino fino alla sala del tè. Lungo il sentiero vi è una conca in pietra piena d'acqua, dove gli invitati si lavano le mani e si sciacquano la bocca. L'entrata nella sala è così piccola che essi devono superarla in ginocchio, in un attegiamento quasi di umiltà. Nell'entrare nella stanza, che è dotata di un focolare fisso o di un braciere portatile per il bollitore, ciascun invitato si inginocchia davanti al tokonoma e fa un rispettoso inchino. Poi, tenendo il proprio ventaglio pieghevole davanti a sé, egli ammira il kakejiku appeso nel tokonoma; quindi, rivolge nello stesso modo il proprio sguardo verso il focolare o il braciere. Non appena tutti gli invitati hanno terminato di ammirare tutto ciò, prendono posto, a cominciare dall'invitato più importante che prende posto vicino all'ospite. Dopo lo scambio dei convenevoli, viene servito il pranzo con dei dolci per terminare il pasto leggero.
Dietro suggerimento del loro ospite, gli invitati si ritirano e vanno ad aspettare sulla panchina che si trova fuori, nel giardino interno, vicino alla sala del tè.
L'ospite fa suonare il gong sospeso vicino alla sala per indicare che la cerimonia principale sta per iniziare. L'uso vuole che egli colpisca il gong da cinque a sette volte. Gli invitati si alzano in piedi ed ascoltano attentamente; poi, dopo aver ripetuto il rito della purificazione alla vasca piena d'acqua, entrano di nuovo nella stanza. I pannelli di bambù, sospesi all'esterno davanti alle finestre vengono ritirati da un assistente al fine di illuminare l'ambiente. Il kakejiku è sparito e nel tokonoma è stato sistemato un vaso con un ikebana. Il recipiente per l'acqua fresca e la scatola in ceramica del tè sono al loro posto prima che l'ospite entri, portando la ciotola per il tè contenete il frullino di bambù e il mestolo per il tè. Gli invitati guardano e ammirano i fiori e il bollitore come avevano fatto all'inizio della cerimonia.
Essa non è un semplice passatempo per conversare di frivoli pettegolezzi o un modo raffinato di dissetarsi. Esprime piuttosto una filosofia di vita. Gli ospiti che intervengono alla cerimonia devono trovare in essa un'oasi di pace e di tranquillità dalle ansie del mondo, dove la mente possa aprirsi a una serena riflessione o meditazione. La cerimonia del tè incarna la ricerca della bellezza del popolo giapponese, la cui raffinatezza si esprime tramite la semplicità e la povertà delle cose. Una tazza di tè per soddisfare l'umano bisogno di serenità.
Le varie scuole differiscono le une dalle altre per i dettagli e le regole, ma mantengono intatta l'essenza della cerimonia che il grande maestro Sen no Soeki detto Rikyu (1522-91) aveva istituito. Quest'essenza è arrivata fino a noi incontestata e il rispetto per il fondatore è uno degli elementi che tutte le scuole hanno in comune.
Egli ha raccolto i principi fondamentali (o virtù) della cerimonia del tè in quattro semplici parole:
1) wa, armonia tra le persone e con la natura, armonia degli utensili e la maniera in cui essi vengono usati;
2) kei, rispetto verso tutte le cose e sincera gratitudine per la loro esistenza;
3) sei, purezza interiore, ma anche nitore e pulizia delle cose che ci circondano;
4) jaku, tranquillità e pace della mente, conseguente alla realizzazione dei primi tre principi.
La base della filosofia della cerimonia del tè è quindi l'armonia con la natura. La cerimonia si svolge solitamente in piccole costruzioni in legno che sorgono all'interno di meravigliosi giardini di aspetto totalmente naturale, con piante fresche, acque e rocce. Gli utensili, le tazze sono in materiale naturale e variano durante i diversi mesi dell'anno per essere sempre in accordo con la stagione.
La cerimonia è caratterizzata da un'estrema semplicità: la casa del tè è quasi spoglia nella sua totale mancanza di arredi e nel suo rigore. Gli utensili, solitamente poco decorati, hanno forme estremamente semplici e funzionali, in linea con il gusto dei giapponesi, che ammirano più il garbato riserbo della vistosa ostentazione. Tutto è semplice, umile, frugale.
La casa del tè è solitamente costruita in legno, bambù e paglia, con finestre e porte costituite da pannelli scorrevoli in legno e carta di riso; il pavimento è ricoperto da tatami, le stuoie in paglia sono quelle delle tipiche abitazioni tradizionali.
Un vero e proprio rituale guida non solo l'abile tecnica del maestro di cerimonia, che ha studiato per anni e anni, ma anche i gesti degli ospiti intervenuti, che sorbiranno il loro tè seguendo precise regole.
La cerimonia del tè fu anche una rivoluzione della cucina giapponese, con la creazione dello stile kaiseki. Fu Rikyu a chiedere un nuovo e leggero stile di cucina che si armonizzasse con il suo rituale.
Essendoci diverse scuole, vi sono vari modi di celebrare la cerimonia del tè, ma tutti condividono gli stessi elementi essenziali.
La casa del tè (sukiya) comprende una sala per il tè (chashitsu) e una stanza per la preparazione (mizuya), una sala d'attesa (yoritsuki) e un sentiero (roji) che, attraverso il giardino, porta fino all'ingresso della casa del tè. La casa è generalmente situata in un angolo del giardino particolarmente boscoso.
I principali utensili, generalmente dei veri e propri oggetti d'arte, sono la ciotola per il tè (chawan), il contenitore del tè (chaire), il frullino di bambù (chasen) e il mestolo di bambù (chashaku).
Sono da preferire abiti con colori discreti. Nelle occasioni di grande solennità, gli uomini portano un kimono decorato con lo stemma familiare e le bianche calze tradizionali giapponesi (tabi). Le donne indossano lo stesso abbigliamento. Gli invitati devono portare con sé un piccolo ventaglio pieghevole e un pacchetto di fazzolettini di carta (kaishi).
La cerimonia del tè comprende di solito una prima parte nel corso della quale viene servito un pasto leggero di sette portate (kaiseki), un breve intervallo, il nakadachi, il goza iri che è la parte principale della cerimonia e durante la quale viene servito un tè denso (koicha), e l'usucha durante il quale viene servito un tè meno denso del precedente. Tutta la cerimonia completa dura circa quattro ore; spesso, tuttavia si svolge soltanto l'usucha, il quale richiede al massimo un'ora.
Gli invitati, di solito in numero di cinque, si riuniscono nella sala d'attesa. L'ospite li raggiunge e li conduce per un sentiero attraverso il giardino fino alla sala del tè. Lungo il sentiero vi è una conca in pietra piena d'acqua, dove gli invitati si lavano le mani e si sciacquano la bocca. L'entrata nella sala è così piccola che essi devono superarla in ginocchio, in un attegiamento quasi di umiltà. Nell'entrare nella stanza, che è dotata di un focolare fisso o di un braciere portatile per il bollitore, ciascun invitato si inginocchia davanti al tokonoma e fa un rispettoso inchino. Poi, tenendo il proprio ventaglio pieghevole davanti a sé, egli ammira il kakejiku appeso nel tokonoma; quindi, rivolge nello stesso modo il proprio sguardo verso il focolare o il braciere. Non appena tutti gli invitati hanno terminato di ammirare tutto ciò, prendono posto, a cominciare dall'invitato più importante che prende posto vicino all'ospite. Dopo lo scambio dei convenevoli, viene servito il pranzo con dei dolci per terminare il pasto leggero.
Dietro suggerimento del loro ospite, gli invitati si ritirano e vanno ad aspettare sulla panchina che si trova fuori, nel giardino interno, vicino alla sala del tè.
L'ospite fa suonare il gong sospeso vicino alla sala per indicare che la cerimonia principale sta per iniziare. L'uso vuole che egli colpisca il gong da cinque a sette volte. Gli invitati si alzano in piedi ed ascoltano attentamente; poi, dopo aver ripetuto il rito della purificazione alla vasca piena d'acqua, entrano di nuovo nella stanza. I pannelli di bambù, sospesi all'esterno davanti alle finestre vengono ritirati da un assistente al fine di illuminare l'ambiente. Il kakejiku è sparito e nel tokonoma è stato sistemato un vaso con un ikebana. Il recipiente per l'acqua fresca e la scatola in ceramica del tè sono al loro posto prima che l'ospite entri, portando la ciotola per il tè contenete il frullino di bambù e il mestolo per il tè. Gli invitati guardano e ammirano i fiori e il bollitore come avevano fatto all'inizio della cerimonia.
L'ospite si
ritira nella stanza per la preparazione e ritorna ben presto con il
recipiente per l'acqua, il mestolo, e un appoggio per il bollitore o per il
mestolo. Asciuga poi la scatola del tè e il mestolo con un telo speciale,
chiamato fukusa, e lava il frullino nella ciotola del tè contenente
acqua calda presa dal bollitore con il mestolo. Vuota quindi la ciotola,
versando l'acqua nel recipiente vuoto che aveva portato in precedenza e
l'asciuga con un chakin, un pezzo di tela di lino. Quindi prende la
scatola del tè e con l'apposito cucchiaio prende del matcha, tre
cucchiai pieni per invitato; poi, prende un mestolo di acqua calda dal
bollitore e ne versa circa un terzo nella ciotola e il resto di nuovo nel
bollitore. Infine, rimescola con il frullino fino a che non si addensa, diventando
come un puré di piselli sia per la consistenza che per il colore. Il tè così
preparato si chiama koicha. Il matcha usato proviene dalle
giovani foglie di piante di tè che hanno da venti a settanta anni o anche
più. L'ospite
depone la
ciotola al suo posto, presso il focolare o il braciere, e l'invitato più
importante si avvicina in ginocchio per prenderla; si china, quindi, davanti
agli altri invitati e mette la ciotola sul palmo della sua mano sinistra,
sorreggendone un lato con la mano destra. Dopo averne bevuto un sorso, ne
loda l'aroma, quindi beve ancora uno o due sorsi. Pulisce il punto della
tazza da cui ha bevuto con il kaishi e passa la ciotola al secondo
invitato, che beve e asciuga la tazza esattamente nello stesso modo. La
ciotola viene così passata al terzo, al quarto e quinto invitato perché tutti
possano gustare il tè.
|
Quando
l'ultimo invitato ha finito, porge la ciotola al primo, che a sua volta la
restituisce all'ospite.
L'usucha differisce dal koicha nel fatto che il matcha usato proviene dalle giovani foglie di piante che non hanno più di tre o cinque anni. La bevanda che ne deriva è verde e schiumosa. Le regole osservate nel corso di questa cerimonia sono simili a quelle seguite durante quella del koicha, con le seguenti differenze essenziali: il tè viene preparato individualmente per ciascun invitato con due cucchiai o due cucchiai e mezzo di matcha; ogni invitato è tenuto a bere interamente la sua parte; l'invitato pulisce la parte della tazza che ha toccato con le labbra con le dita della mano destra e poi si asciuga le dita con il kaishi. Dopo aver trasportato gli utensili fuori dalla stanza, l'ospite in silenzio si inchina davanti agli invitati, indicando che la cerimonia è finita. Gli invitati lasciano il sukiya accompagnati dal loro ospite.
L'usucha differisce dal koicha nel fatto che il matcha usato proviene dalle giovani foglie di piante che non hanno più di tre o cinque anni. La bevanda che ne deriva è verde e schiumosa. Le regole osservate nel corso di questa cerimonia sono simili a quelle seguite durante quella del koicha, con le seguenti differenze essenziali: il tè viene preparato individualmente per ciascun invitato con due cucchiai o due cucchiai e mezzo di matcha; ogni invitato è tenuto a bere interamente la sua parte; l'invitato pulisce la parte della tazza che ha toccato con le labbra con le dita della mano destra e poi si asciuga le dita con il kaishi. Dopo aver trasportato gli utensili fuori dalla stanza, l'ospite in silenzio si inchina davanti agli invitati, indicando che la cerimonia è finita. Gli invitati lasciano il sukiya accompagnati dal loro ospite.
Come preparare un buon the
Per preparare un buon the, la prima regola da tener presente è che più il the è pregiato e più l’acqua non deve essere troppo calda altrimenti le foglie si bruciano e la bevanda perde tutte le sue proprietà. I tempi di infusione nella preparazione del tè variano dai due o tre minuti per i tè verdi, fino a 5 minuti per i tè neri. Il tè nero va bevuto appena fatto, mentre il tè verde può “usufruire” di qualche minuto in più. Sicuramente le bustine sono più pratiche delle foglie, tuttavia se si vuole gustare una bevanda “ad hoc”, occorrerà prediligere “le foglioline”, meno esposte all’aria e più ricche di aroma. Molte persone tendono a consumare il the con un goccio di latte e allora, in questo caso, meglio versarlo prima nella tazza, così il latte si raffredda un po’ e si evita la coagulazione della caseina.
Proprietà del the
Il the è considerato una bevanda salutare, ricca di proprietà benefiche: innanzitutto agisce molto bene come antiossidante poiché contiene sostanze polifenoliche, note fin dall’antichità per queste efficaci capacità antiossidanti in grado di contrastare la diffusione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e della degenerazione cellulare. Ma non solo: Gli antiossidanti chiamati anche flavonoidi, presenti sia nel tè verde sia in quello nero, sono considerati armi molto efficaci nella prevenzione delle cardiopatie ischemiche. Alcuni studi americani hanno evidenziato i benefici cardiovascolari legati soprattutto al tè verde ed hanno potuto constatare una riduzione del 6% delle malattie cardiovascolari, in soggetti che consumavano questa bevanda quotidianamente. Anche nella lotta al fumo, come disintossicante e contro l’obesità e il colesterolo, il the si è rivelato un ottimo alleato del benessere. Sono note anche le caratteristiche idratanti del the, bevanda perfetta per ripristinare i liquidi persi: gli specialisti raccomandano di consumarlo frequentemente e in piccole quantità, per ottenere i migliori risultati. Anche nel conteggio delle calorie, il the “pesa” poco perché “vanta” zero calorie e zero grassi; se consumato con un una moderata quantità di latte, le calorie diventano al massimo 14. Il the rappresenta quindi un ottimo spuntino durante la giornata, specialmente se viene abbinato ad un paio di biscotti.
Il the alleato della prevenzione
I medici raccomandano di consumare the verde e nero in abbondanza, per ridurre i rischi di cancro perché questa bevanda ha la caratteristica di poter prevenire la formazione delle cellule cancerogene grazie all’alto numero di polifenoli. Il the verde inoltre si è rivelato molto efficace per combattere la leucemia, a causa di un componente, conosciuto come EGCG (epigallocatechine-gallato), che ha un potere ossidante 20 volte maggiore rispetto alla Vitamina E nel proteggere i lipidi del cervello. I polifenoli sono anche utili per inibire l’assorbimento del colesterolo nel sangue, a prevenire la formazione di grumi nel flusso sanguigno e anche a raccogliere e disattivare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare che possono portare problemi cardiovascolari, tumori, infiammazioni, artriti oltre al morbo di Alzheimer e al Parkinson. Inoltre, chi beve frequentemente the ha un rischio ridotto di sviluppare ipertensione. Il the verde combatte anche efficacemente la cellulite perché “limita” l’assorbimento dei grassi e berlo regolarmente per 10 anni, sembra possa fare aumentare del 5% la densità minerale e proteggere le ossa dall'osteoporosi.
I benefici effetti del the nero
Il the nero è l'alleato ideale per combattere la fatica fisica e intellettuale perché è in grado di accelerare la velocità del cervello e migliorare la concentrazione. Tutto merito della teina che in questa qualità di the è facilmente assorbibile. Una tazza di te nero contiene infatti più teina del the verde, è quindi opportuno non abusarne perché potrebbero insorgere effetti spiacevoli quali nervosismo e irritabilità. La dose massima consigliabile è di non più di 4 tazze al giorno. Ma il the nero ha anche effetti benefici in cosmesi: infatti se usato sottoforma di spray, prima di esporsi al sole e subito dopo, ha la capacità di “curare” i danni provocati dai raggi ultravioletti e di prevenire il tumore della pelle.
Il the nero è l'alleato ideale per combattere la fatica fisica e intellettuale perché è in grado di accelerare la velocità del cervello e migliorare la concentrazione. Tutto merito della teina che in questa qualità di the è facilmente assorbibile. Una tazza di te nero contiene infatti più teina del the verde, è quindi opportuno non abusarne perché potrebbero insorgere effetti spiacevoli quali nervosismo e irritabilità. La dose massima consigliabile è di non più di 4 tazze al giorno. Ma il the nero ha anche effetti benefici in cosmesi: infatti se usato sottoforma di spray, prima di esporsi al sole e subito dopo, ha la capacità di “curare” i danni provocati dai raggi ultravioletti e di prevenire il tumore della pelle.
Glossario
Si
tratta delle parole più usate nel campo del tè.
Come
noterete, molte sono in inglese in quanto è la lingua ufficiale di coloro che
popolano il
mondo
del tè, soprattutto nelle operazioni commerciali.
Afternoon
tea: tè del pomeriggio accompagnato da stuzzichini dolci e salati.
Agony
of the leaves (agonia delle foglie):
espressione usata nel caso in cui le foglie, immerse
nell’acqua
calda durante l’infusione, non si aprono.
Amoy: tè
Wulong (o Oolong) prodotti ad Amoy, nella provincia cinese del Fujian.
Appassimento: fase
della lavorazione del tè in cui le foglie perdono più della metà di acqua in
esse
contenuta.
Aroma:
profumo dell’infusione del tè.
Arrotolatura: fase
di lavorazione in cui si rompono le pareti cellulari delle foglie perché gli
enzimi
che esse contengono diano il via al processo di ossidazione.
Assam: tipo
di tè che cresce nell’omonimo Stato indiano, noto per il gusto forte e il
colore rosso
dell’infuso.
Astringenza:
sensazione di secchezza delle fauci dovuta ai polifenoli non ossidati (tipico
dei tè
non
fermentati) che reagiscono con le proteine salivari.
Autumnal
flush: raccolto autunnale che si effettua nell’ultima parte della
stagione di crescita, dai
primi
di settembre alle ultime settimane di novembre. In genere si riferisce ai tè
provenienti
dall’India
e da Taiwan.
Baggy:
aggettivo usato per descrivere l’evidente gusto di “sacco” di cui i tè mediocri
sono intrisi
perché
conservati in sacchi di iuta.
Ball
tea: tè cinese che viene compresso in balle per proteggerlo
dall’umidità.
Bakey (al
forno): espressione usata dai tea tester per indicare un tè tenuto
troppo a lungo ad
essiccare.
Basket
Fire: tè giapponese posto in appositi canestri (basket) ed
essiccato al calore del fuoco.
Bergamotto:
frutto calabrese il cui olio essenziale è impiegato per aromatizzare l’Earl
Grey.
Billy:
termine australiano con cui i indica la pentola di stagno con manici che viene
sospesa sul
fuoco
vivo per far bollire l’acqua di infusione.
Biscuity
(biscottato): espressione tipica dei tea
tester, spesso utilizzata per i tè neri, riferita ad un
tè che
ha subìto un essiccamento al fuoco leggermente superiore all’ottimale.
Bitter
tea: metodo di infusione del tè tipico del Cachemire, regione tra il
Pakistan e l’India. Il tè
viene
bollito in una casseruola di rame stagnato assieme ad aromi e sale. Quindi
viene servito con
un
mestolo di rame in teiere tipiche dalla forma molto affusolata.
Blend (miscela):
miscela di diversi tipi di tè.
Bloom:
espressione tipica dei tea tester per indicare foglie lucenti.
Body (corpo):
espressione tipica dei tea tester per indicare un infuso forte e deciso, dal
gusto
corposo.
Bohea: tè
originario delle colline di Wu-i, nel nord della provincia del Fuhkien, in
Cina. In origine
la
parola designava ill tè nero cinese e indonesiano. La pianta ha foglie larghe e
ben definite nella
forma.
Brassy (metallico):
sapore spiacevole tipico dei tè appassiti male.
Break:
termine d’asta usato per indicare la quantità alla vendita, generalmente 18
cassette.
Brick
tea (mattonella di tè): qualità non pregiate
di foglie, piccioli e polvere di tè cinese e
giapponese
pressati a forza in mattonelle. Questo sistema un tempo era usato per scambiare
merci
di cui
si volesse ridurre l’ingombro.
Bright (brillante):
indica un infuso o una foglia di un bel colore vivo.
Brisk (vivace): un
tè dal sapore deciso, corroborante e rinfrescante.
Broken (rottura):
pezzetti di foglioline ottenute per taglio durante la lavorazione Ctc.
Butter
tea: tipico alimento tibetano, preparato mescolando insieme tè nero,
sale e burro di yak. Ha
l’aspetto
di un brodo molto denso.
Cachar: tè
proveniente dal distretto di Cachar, nell’Assam. Si tratta della qualità più
comune di tè
indiano.
Caddy: nome
di un contenitore per il tè, simile ad una giara. La parola trae origine da un
termine
che
descriveva una quantià di tè pari al pound inglese. In passato questi
contenitori erano chiusi a
chiave
con dei lucchetti.
Caffeina:
componente del tè, neurostimolante, della famiglia delle metilxantine.
Cambric
tea: un infuso molto debole, con una quantità eccessiva di latte o
zucchero.
Catechine:
classe di polifenoli primari presenti in alte concentrazioni nei tè bianchi e
verdi.
Cha:
parola cinese che significa tè.
Chado: la
via del tè giapponese.
Chai: nome
del tè in molte lingue come il turco e il russo. Spesso si riferisce anche al
Masala, un
infuso
forte di tè con latte, zucchero e spezie, tipico dell’India.
Chasen:
frullino di bambù utile per “frullare” il tè Matcha nella ciotola d’acqua
calda.
Chahing:
primo trattato sul tè scritto a metà dell’VIII secolo da Lu Yu.
Chest (cassetta):
tipico contenitore per il tè, di legno e alluminio, usato per trasportare il
raccolto
dalle
piantagioni ai luoghi di lavorazione.
Chesty:
espressione tipica dei tea tester per indicare un tè che ha preso l’odore del
legno della
cassetta.
Ching-Wo: tè
nero cinese della provincia di Fujian, al sud della Cina, dal gusto pieno e
forte.
Nella
Cina contemporanea viene spesso chiamato “il tè della lunga marcia di Mao”, in
quanto pare
abbia
sostenuto Mao Zedong nella sua marcia di liberazione del 1934.
Clipper:
agili velieri utilizzati nell’Ottocento per importare i tè dalla Cina.
Cloning:
talee di vecchie piante di tè impiegate per dar vita a nuove piante da
coltivare.
Collection: il
luogo dove vengono pesati e vagliati i canestri o i sacchi di tè dopo la
raccolta e
prima
dell’invio ai luoghi di produzione.
Congou: nome
generico per il tè nero cinese.
Coppery
(ramato): vivace infusione di una buona
qualità di tè nero.
Darrang: tè
che cresce nell’Assam, nel nord dell’India.
Dead:
infuso della peggiore qualità.
Dhool: si
riferisce all’aspetto delle foglie durante la macerazione, nel corso della
quale assumono
colore
rosso ramato.
Dim sum:
snack cinesi che accompagnano una tazza di tè.
Dust (polvere):
gradazione più piccola di tè, genericamente associata a bassa qualità;
interessante
per la
sua facilità di sciogliersi nell’acqua calda, è spesso impiegata per le
bustine.
Earthy
tea: tè dal retrogusto terroso, per eccessiva umidità nel
magazzinaggio.
Emel
spring: tè verde cinese dal gusto floreale.
Essiccazione: fase
di lavorazione che sottopone le foglie di tè a elevate temperature e ne blocca
il
processo
di ossidazione.
Fanning
(setacciato): piccole particelle granulari
di tè setacciate da qualità più grandi e pregiate.
Fermentazione: fase
di lavorazione utilizzata per preparare tè neri e, se parziale, Oolong.
Consiste
nella polimerizzazione dei polifenoli primari contenuti nelle foglie ad opera
di enzimi
contenuti
sempre nelle foglie e nella loro ossidazione per effetto dell’ossigeno
dell’aria.
Fibrous
tea: foglie di tè con elevata quantità di fibre legnose.
Firing:
processo che permette di riscaldare velocemente le foglie per fermare la
fermentazione ed
essiccare
il prodotto.
Flat
tea: tè che manca di astringenza e vivacità, dal gusto piatto e
insipido.
Flowery:
termine utilizzato per indicare le foglioline con le punte leggermente
colorate.
Full: tè
forte senza traccia di sapore amaro, pieno e rotondo.
Gaiwan:
Metodo di preparazione del tè. Detto anche della tazza cinese con coperchio e
piattino.
Golden (dorato): si
riferisce al colore aranciato della punta delle foglioline.
Gong Fu
Cha: metodo cinese di preparazione del tè.
Government
Standards: requisiti che il tè deve soddisfare prima di poter entrare negli
Stati
Uniti.
Il prodotto viene esaminato da persone specializzate del Food and Drug
Administration,
appartenente
al ministero della salute.
Grainy:
termine impiegato per descrivere tè Ctc di alta qualità.
Green: tè
non fermentato.
Handkerchief: tè
di Taiwan che deve il suo nome ai grandi fazzoletti di seta che le
raccoglitrici
usavano
un tempo per raccogliere le sue foglie e gemme di alta qualità.
Hard (deciso,
forte): tè con carattere pungente, molto desiderato in alcuni Assam.
Heavy (pesante): tè
forte dal colore deciso, con poca astringenza e vivacità di sapore.
High
tea: pranzo del tardo pomeriggio o cena che consisteva in dolce,
pane, burro e abbondanti
razioni
di tè zuccherato. Per decenni, durante la rivoluzione industriale, è stata la
cena delle classi
lavoratrici
britanniche.
Jiujiang:
porto cinese da cui trae nome un tipo di tè.
Jat: tipo
di arbusto da tè riferito alle sue origini: si dice che una pianta di tè deriva
da un jat cinese
o
indiano, a indicare che è ottenuta da semi o talee di piante cinesi o indiane.
Kericho:
marchio dell’industria statale keniota Kenya Tea Packing Factory, la cui
produzione è
destinata
al mercato interno.
Light:
infuso con poco corpo.
Malty: tè
leggermente sovraessiccato, il cui aroma è a volte considerato un pregio.
Muddy (torbido):
espressione tipica dei tea tester per indicare un tè nerastro, non limpido.
Musty: tè
con odore e sapore di muffa, intriso di umidità.
Nose (naso):
aroma del tè.
Orange
Pekoe: termine riferito alla classificazione del tè: indica un tè di
ottima qualità, ottenuto
con le
foglioline apicali.
Ortodosso:
riferito alla tecnica di lavorazione, in opposizione alla tecnica Ctc. Il
metodo
ortodosso
permette di ottenere foglie di tè più grandi.
Pekoe:
termine che indica la peluria bianca che avvolge i germogli appena nati; in
genere
individua
la gradazione più pregiata, piccola a foglia intera.
Plucking
(raccolta): il processo di raccolta del tè
ottenuto spezzando, con un movimento
caratteristico
della mano, il rametto nella sua parte terminale appena germogliata, con una,
due o
tre
foglie.
Polifenoli:
composti astringenti della chimica organica dall’azione antiossidante,
contenuti nelle
foglie
di tè.
Pruning:
potatura selettiva della pianta del tè, fatta in modo da aiutarla a conservare
la propria
forma
e a mantenere nel contempo un elevato ritmo di germinazione.
Pungente:
espressione tipica dei tea tester che denota un tè molto astringente.
Rolling:
processo con cui si impartisce il tipico arricciamento alle foglie e si avvia
la
fermentazione.
Samovar:
contenitore di acqua bollente dotato di rubinetto per preparare il tè,
appartenente alla
tradizione
russa.
Single
estate tea: miscela di tè provenienti dalla stessa piantagione.
Smoky (affumicato):
espressione tipica dei tea tester che indica un tè essiccato su fiamme fumose
e dal
gusto e aroma affumicato.
Soft (delicato):
espressione che si riferisce ai tè non fermentati.
Stalk (gambo):
indica tè con presenza di rametti a causa di una raccolta poco accurata.
Sukiya: la
stanza dove si svolge la cerimonia del tè giapponese.
Tannini:
classe di composti polifenolici ad alto grado di polimerizzazione, molto
diffusa nel
mondo
vegetale.
Tat:
attrezzo utilizzato per tirar fuori le foglie dal letto di appassimento e
fermentazione.
Tea
tester: degustatori professionali di tè.
Tea
tree: arbusto del tè che viene lasciato crescere allo stato selvaggio
e che quindi torna
naturalmente
alle dimensioni di un albero (fino a 15 metri ).
Teoflavine:
polifenoli di colore giallo arancio, responsabili del sapore del tè e tipici
dei tè
fermentati,
formati per condensazione chimica di due catechine.
Teorubigine:
polifenoli di colore rosso, dalla struttura più complessa delle teoflavine.
Conferiscono
ai tè neri il tipico colore rosso.
Teanina:
l’aminoacido caratteristico (e unico) del tè.
Tired
tea: tè “stanco”, invecchiato, non conservato correttamente.
Tisana:
infusi di foglie di piante diverse dal tè.
Twankay: tè
cinese di qualità mediocre. La parola è stata corrotta in twanky e indicava gli
uomini
di
equipaggio delle navi che esportavano il tè dalla Cina.
Twist (torcitura): per
fermentare, le foglie del tè devono essere strappate. Questa operazione
impartisce
alle foglioline di tè finito il tipico aspetto arricciato.
Vetrina:
vernice che si spalma su oggetti e stoviglie di terracotta, prima di cuocerli
per la seconda volta. Così trattati gli oggetti acquistano un aspetto lucente e
impermeabile.
Winey (avvinato):
caratteristica tipica di alcuni tè Keemun che hanno avuto il tempo di invecchiare:
l’infuso acquista in questo caso aroma di moscato.
Withering
(appassimento): il primo trattamento per un tè
nero che consiste nel far appassire
naturalmente
o con leggero riscaldamento le foglie appena raccolte.
Woody (legnoso):
espressione tipica dei tea tester che indica un sapore indesiderato di fieno
nei tè neri.
Yixing:
indica una cittadina cinese famosa per la sua argilla rossa, impiegata per
fabbricare tazze e teiere.
DISPENSA SUL
TE: Sapere, conoscere, diffondere
Docente/Relatore:
Antonio Bottalico;
Per approfondimenti sul mondo del Tè ecco a voi alcuni link utili
http://www.teatime.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Cha_no_yu
http://www.youtube.com/watch?v=wWOHS3WkJZk
http://www.signoredelte.com/
http://www.erboristeriaonline.org/utilita/benvenuti-nel-mondo-del-te.php
http://www.saperesapori.it/Ilciboneltempo/Ilmondodelt%C3%A9/tabid/539/language/it-IT/Default.aspx
Buongiorno! Mi permetto di correggere fermentazione con ossidazione e parole derivate: gli wulong o oolong sono tè semi-ossidati, i tè neri sono tè ossidati. Fermentati, o meglio post-fermentati sono solo i tè Pu'Er cinesi.
RispondiEliminaSpero accolga il mio commento come un contributo alla millenaria cultura del tè e all sua diffusione e non come mera precisazione saccente,grazie